Carissimi lettori,
Oggi vi presento un articolo molto interessante: il pensatore cronico e il fenomeno dell'overthinking.
Pensare troppo, senza arrivare a nessuna conclusione, determina il fenomeno dell 'overthinking. Attenzione però, il pensare troppo non necessariamente è una patologia; lo diventa nel momento in cui crea un disagio palese e tangibile nella quotidianità.
Overthinking significa pensare troppo a qualcosa,
troppo a lungo. Ci impedisce di agire, fare cose nuove e fare progressi nella
vita. Consuma le nostre energie, spreca il nostro tempo, disabilita la nostra
capacità di prendere decisioni e ci inserisce in un ciclo infinito di pensieri,
più e più volte.
Il pensiero eccessivo occupa la nostra mente in modi che ci impediscono di pensare in modo chiaro, ci tiene distratti e consuma la nostra energia mentale, con il risultato di meno tempo ed energia per fare il vero lavoro. Impone un carico cognitivo nella nostra mente che ci distrae dal pensare al futuro e dal fare progressi reali.
"Il pensiero eccessivo è spesso usato con una connotazione negativa, ma in parole povere, è un meccanismo protettivo". “I nostri corpi sono cablati per sopravvivere a qualsiasi pericolo. È solo che i nostri corpi non sono in grado di distinguere tra un pericolo mortale e uno che non lo è. Quindi reagiamo con la stessa intensità e ci sentiamo ansiosi”. dott. Sanam Devidasani, psicologo di Mumbai.
"Il pensiero eccessivo può influire negativamente sul tuo benessere emotivo e fisico e può interferire con la tua capacità di prendere decisioni, goderti il momento presente e dormire bene la notte" La dottoressa Lalitaa Suglani, psicologa.
La preoccupazione cronica non è una situazione permanente: è un’abitudine che può essere eliminata, si può allenare il cervello a guardare la vita da una prospettiva diversa.
“Puoi coltivare un po’ di distanza psicologica generando altre interpretazioni della situazione, il che rende i tuoi pensieri negativi meno credibili”, afferma Bruce Hubbard, direttore del Cognitive Health Group e assistente aggiunto professore di psicologia e istruzione presso la Columbia University.
In definitiva sembra essere “metodologia di problem solving” errata, che come tale è correlata ad un modo di vivere diverso, cioè costruito su misura per la società di oggi. In questo blog, dove si vede la vita da un punto di vista olistico, si evince chiaramente che come in tutte le “nuove malattie” siano riconducibili ad uno stile di vita errato. Tanti illustri dottori ne spiegano i vari significati e le varie cure, eppure c’è qualcosa che non mi quadra.
Ci sono tante discipline olistiche che possono aiutare, ma non è solo quello che non quadra, come ripeto sempre: l’80% delle nostre malattie è riconducibile ad uno stile di vita fuori da ogni ragionevole canone salutare. Ovviamente ritornare a vivere con uno stile appropriato aiuterebbe, ma sicuramente non è una soluzione definitiva. Rieducare al vivere senza essere trascinati dagli eventi, da indossare maschere perennemente, dal non avere una visione più grande della propria vita, da valori e credenze perse e acquisite totalmente inadatte: non nostre. Questa sarebbe una soluzione definitiva se si cominciasse da i bambini di questa generazione. Chiusa la mia parentesi fuori luogo, di seguito sono esposti alcuni consigli di dottori che possono aiutare a risolvere il problema dell 'overthinking.
- Essere consapevoli
- Rilassarsi
- Pensare positivo
- Parlare
- Evitare il controllo eccessivo
- La defusione
«La mente si nutre di pensieri negativi, spaventosi, orribili. Questo è dovuto all'istinto di sopravvivenza: immaginare scenari pericolosi era fondamentale per essere pronti quando si fossero presentati davvero. Ma oggi quali sono i pericoli? Non ci sono predatori in agguato, non ci sono nemici che ti attaccano alle spalle, molte malattie sono state debellate. Non abbiamo mai avuto un benessere maggiore di quello odierno. E allora cosa facciamo? Ce li inventiamo, i pericoli. Sono tutti nella nostra mente: scenari tanto terribili quanto improba-bili. Non avendo più un nemico da combattere, siamo diventati noi il nostro stesso nemico attraverso questo inconsapevole, incessante e logorante pensare.» Dal libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso“ di Gianluca Gotto
Grazie a un lavoro costante su di sé, sarà possibile interrompere le ruminazioni o il rimuginio, accogliendo il proprio passato o gestendo al meglio le preoccupazioni per il futuro.
Lejandro
Jodorowsky disse: “Il primo passo non ti porta dove vorresti, ma ti toglie
da dove sei“.
Il primo passo non è fisico, ma mentale, e consiste proprio nell'allontanare la confusione e contrastare l’overthinking da cui è causata.
1 Commenti
quante verità in questo articolo, davvero molto bello
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