Siamo quello che pensiamo di essere, attiriamo quello che sentiamo, creiamo quello che immaginiamo. Buddha
Oggi partiamo da questa frase del Buddha per cominciare a comprendere cosa possa essere l'illuminazione.
In questi giorni sono stato impegnato con le faccende del mondo che hanno messo a dura prova tutti gli insegnamenti appresi in questi anni.
Vagando per le terre del mondo ho conosciuto tanti maestri ma notavo sempre che erano distanti, lontani dalla società o ai margini di essa. Quindi con il passare del tempo mi ero fatto l'idea che tutti questi maestri erano molto bravi nell'insegnare agli altri come vivere, il viaggio da intraprendere per elevarsi. Ma loro non giravano il mondo, non erano a contatto con esseri indefiniti, poi un altro pensiero mi è apparso in mente: alcuni esempi se non la maggior parte di maestri che sono stati a contatto con la società, una folla, non hanno fatto di certo una bella fine. Ma ancora non capivo il senso, lavoravo d'intelletto senza comprendere l'essenza delle cose.

Di cosa avevo bisogno?
Cosa cercavo veramente?
Quale conoscenza cercavo ancora?
Quale convinzione errata della conoscenza avevo?
Esercizi intellettuali puri e poche vere risposte trovate. A tutti chiedevo il loro sapere e i maestri me lo donavano ma in fondo ai loro cuori sapevano che non avrei compreso in questo modo e che dentro di me ci sarebbe stata una dura lotta.
Così vagando nell'etere delle notizie mi sono imbattuto in una frase di Carl Gustav Jung:
“Lodare e predicare la luce non serve a nulla, se non c’è nessuno che possa vederla. Sarebbe necessario insegnare all'uomo l’arte di vedere”.
E ancora non capivo, insegnare a vedere era tutto quello che anche gli altri maestri mi volevano insegnare e non ci erano riusciti. Ancora ero un cieco!
Poi la maturazione, il fermarsi ad ascoltare se stessi, prestare attenzione al tutto e al vuoto che c'è nel tutto.
Compresi che avevo solo imparato tecniche sul come, non il perché e tanto meno per arrivare dove.
Non accettai più l'idea banale che i maestri erano bravi perché vivevano fuori dal mondo, cercai di comprendere la via indicatami non solo con esercizi intellettuali, ma immergendomi nella pratica, abbandonando ogni aspettativa e abbracciando con fede e amore quello che sarebbe sicuramente arrivato.
Ovviamente tutta la teoria appresa è stata compresa meglio e confermata dalla pratica assidua, ma quando in questi giorni mi sono ritrovato a contatto forzato con altre visioni del mondo poco evolute ho nuovamente vacillato. Mi sono lasciato trascinare, per poco a dir la verità, in basso e subito un malessere esistenziale mi ha inghiottito.
Compreso lo sbaglio, compreso di avere ancora da imperare o meglio da praticare, ho lasciato andare il superfluo aspettando che l'essenziale si mostri e mi renda l'essere che devo divenire.
Bene, tutto questo esercizio intellettuale per cosa? Direte voi.
Solo per dire che:
Siamo quello che pensiamo, attraiamo quello che sentiamo e creiamo quello che immaginiamo.
Pensate voi cosa ho potuto provare in questi giorni avendo avuto solo contatti essenziali per le normali attività di vita sociale con visioni opposte alle tue, che non giudico ne metto in discussione, ma a cui sono dovuto sottostare.
Ho ripreso il mio giusto pensiero, controllato il fluire dei miei sentimenti e ho immaginato diverse soluzioni al problema, con fede e speranza nell'immediato futuro.
Potrebbero sembrare banalità ma come sempre dico:
Sta proprio nella banalità la difficoltà, il sembrare facile e banale il dire altrui può ingannare la percezione della vera difficoltà nell'attuare dei semplici principi.
Ricordate quando avete perso il controllo?
Ricordate quando siete stati veramente bene con voi stessi?
Veramente felici?
Rispondete Onestamente a queste domande e vedrete da voi le risposte che vi arriveranno.
Cosa possa essere l'illuminazione non è dato saperlo ma solo provarla e certamente la strada giusta è quella mostrataci dai maestri, ma la via la dobbiamo percorrere noi sulle nostre gambe.
Spero non sia stato troppo banale questo articolo.
Come sempre vi chiedo di lasciare il segno del vostro passaggio con un commento.
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