Il dolore cervicale (o cervicalgia) si configura come un dolore localizzato in corrispondenza del collo, che spesso si irradia verso braccia e spalle. Può dipendere da colpi di freddo o posture sbagliate, ma anche da stress eccessivo.
Cause
Le cause della cervicalgia possono essere di diversa natura. Le più comuni sono:
- Cattiva postura
- Poca attività fisica e vita sedentaria
- Colpi di freddo
- Posizioni errate durante il sonno (cuscino non idonei)
- Stress e tensioni emotive
- Difetti occlusali delle arcate dentali
In molti casi però, il dolore della cervicale può dipendere da lesioni ai muscoli e alle articolazioni del collo, dovuti ad esempio a fattori traumatici o sforzi eccessivi.
Diagnosi
La diagnosi rivela un alterato assetto
meccanico della regione cervicale, spesso dovuto a colpi di freddo,
movimenti bruschi, postura inadeguata, stress esagerato e prolungato.
Rispetto agli eventi traumatici, sono più diffusi i casi di cervicalgia causata
da tensioni muscolari che si apprezzano alla palpazione sotto forma
di “noduli” o “corde”. Altre valutazioni diagnostiche possono avere come esito:
la degenerazione dei dischi intervertebrali, l'alterazione dei corpi
vertebrali adiacenti, la stenosi del canale vertebrale. La compressione
nervosa può essere confermata da esarni di imaging mediante risonanza
magnetica, o da una mielografia con tomografia computerizzata.
CURE PER IL DOLORE CERVICALE
Alimentazione in caso di dolore cervicale
Il dolore
cervicale è correlato spesso agli organi fegato e cistifellea. E’ necessario
quindi un sostegno ad entrambi con verdure dal gusto amaro (cicoria, cime di rapa, radicchio, indivia
belga) ripassate in padella con aglio e olio extravergine di oliva.
Andrebbero
consumati più di frequente alimenti quali carciofi e ortica. Utile
anche una tisana di cardo o di carciofo, ottenuta mettendo a bollire una foglia
della pianta per 15/20 minuti, da prendere prima di colazione e cena. A volte
il dolore cervicale può essere conseguente a una stasi del sistema
linfatico, soprattutto nelle persone predisposte a mal di gola e sinusiti.
Per evitare la stasi del sistema linfatico, ma anche per supportare fegato e
cistifellea, è necessario ridurre latte e derivati, grassi di origine animale
contenuti in carne e insaccati, farine raffinate e cibi industrializzati.
Rimedi
fitoterapici per il dolore cervicale
Le piante che agiscono come antinfiammatori del
sistema osteoarticolari inibiscono la sintesi delle prostaglandine (PGE2),
responsabili del dolore e del processo infiammatorio dei tessuti, senza
danneggiare lo strato protettivo dell’apparato gastrointestinale.
Questi rimedi possono essere assunti in forma
di tinture madri o estratti secchi;
oppure, come ingredienti di pomate e unguenti da spalmare sulle articolazioni
doloranti.
Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens):
la radice si è dimostrata particolarmente attiva, soprattutto, nelle situazioni
che causano dolore e infiammazione come tendiniti, osteoatrite, artrite
reumatoide, mal di schiena, mal di testa, cervicale, contusioni, sciatica,
artrite, artrosi;
Boswellia: (Boswellia serrata) dal
tronco e dai rametti si estrae una gommoresina, in grado di svolgere una
potente azione antinfiammatoria e analgesica su diverse patologie del sistema
osteo- articolare. Il suo utilizzo è consigliato nel trattamento di
infiammazioni locali, disturbi degenerativi delle articolazioni, ridotte
capacità motorie mattutine, dolori muscolari, reumatismi, artrosi,
infiammazione dei tessuti molli come tendiniti, miositi e fibromialgia;
Spirea: (Spirea ulmaria) i fiori e
le sommità fiorite sono considerate, insieme alla corteccia
del Salice (Salix alba), i “salicilati vege- tali”, e per questa
ragione, sono impiegati per alleviare gli stati dolorosi causati da reumatismi
articolari acuti e affezioni reumatiche in genere, artrosi, artrite reumatoide,
mal di denti, mal di schiena e dolore cervicale;
Curcuma (Curcuma longa) la radice è
tradizionalmente impiegata sia nella medicina ayurvedica, che nella medicina
tradizionale cinese, per la capacità di contrastare i processi infiammatori
all’inter- no dell’organismo, per questo motivo è consigliata nel trattamento
di infiammazioni, dolori articolari, artrite e artrosi, cervicale.
Medicina tradizionale cinese
Per sciogliere la contrazione dei muscoli in
Medicina tradizionale cinese (MTC) si vanno a curare Vento freddo e stasi di Xue, in modo da disperdere
Freddo e Umidità.
Punti importanti sono:
HOU XI (a livello
dell’articolazione del mignolo), elimina le sindromi da Vento-Calore, rilassa
muscoli e tendini;
Aromaterapia per il dolore cervicale
Gli oli essenziali impiegati contro il dolore dovuto
ad artrosi cervicale, sono quelli con una spiccata attività rubefacente,
cioè determinano il richiamo di sangue negli strati più superficiali della
pelle, scaldando la zona e alleggerendo l'infiammazione agli strati sottostanti,
proprio grazie alla sottrazione ematica. Queste essenze vanno utilizzate in uso
esterno diluendole 3 gocce in un cucchiaio di olio di arnica o aggiunte a una
crema neutra per massaggi.
Olio essenziale di abete bianco: analgesico e
antinfiammatorio, svolge un'azione antinfiammatoria, aumenta la vasodilatazione
e la circolazione sanguigna locale, alleviando i dolori
dell’artrosi, dell'artrite, sciatalgia, dolore cervicale e dei
reumatismi.
Olio essenziale ginepro: viene usato con
beneficio contro artrosi, artrite, gotta, dolori reumatici e altre
infiammazioni del sistema osteoarticolare. Se massaggiato sulla parte
dolorante, stimola la produzione corporea di cortisone, con uno spiccato
effetto analgesico.
Olio essenziale di zenzero: ha effetto antidolorifico contro rigidità muscolari e stati dolorosi dovuti a traumi, strappi, stiramenti, mal di schiena, mal di testa e dolore cervicale.
Omeopatia
Aceta racemosa e Ferrum phosphoricum 5 CH (5 granuli ogni 4 ore, alternando i due preparati), trattamento utile in caso di rigidità e dolore, da diradare in base al miglioramento; Dulcamara 9 CH (5 granuli ogni 2 ore), indicato in caso di cervicalgia da esposizione al freddo o permanenza in ambienti umidi; Bryonia 7 CH (5 granuli ogni 2 ore), specie se il dolore peggiora ad ogni movimento; Calcarea fluorica 9 CH (5 granuli, 1 volta al giorno), rimedio indicato per il trattamento dell’artrosi sintomatica.
Esercizi
Il collo è una vera opera d'arte
della natura. In esso si concentrano vertebre, legamenti, muscoli, nervi e
ghiandole (la tiroide) con funzioni e interattività sbalorditive. L’origine del
dolore cervicale (o cervicalgia) può derivare dal semplice spasmo
muscolare dopo raffreddamento, all’artrosi (calcificazioni intorno alle
articolazioni- e corpi vertebrali ), all’anchilosi spondilartritica (
perdita dell’articolarità), dove i legamenti calcificano e rendono la colonna
rigida. La cervicalgia semplice è una disfunzione che risponde pefettamente
alle cure manipolative (cercate sempre professionisti seri, diffidate
dei terapisti della riabilitazione improvvisati).
Per prevenire la cervicalgia evitate di
tenere posture
sbagliate per un tempo prolungato; ad esempio,
la posizione del mento appoggiata a una mano quando si sta davanti allo
schermo). Ricordate sempre che i muscoli si adattano alla posizione assunta,
per cui, se la postura è sbagliata, il muscolo si accorcia e, contraendosi, si
ritrova alle prese con un ridotto apporto di sangue e di ossigeno.
Da ciò derivano dolore, sensazione di bruciore e
rigidità, che possono sfociare in nausea, capogiri, formicolii alla
mano (specie se si usa molto il mouse; in quel caso si parla di mouse arm
syndrome, ovvero “cervico-brachialgia da uso del puntatore”). È utile
sciogliere le tensioni profonde attraverso massaggi o
leggere trazioni. Ovviamente, se la postura errata è un'abitudine, poco
potranno le tecniche di palpazione.
Vi proponiamo un piccolo esercizio per
sciogliere le tensioni a livello cervicale: in piedi, inclinate il capo a
destra e poi a sinistra, molto lentamente. Sentite i muscoli allungarsi a ogni
espirazione, mentre raccogliete l'energia quando inspirate. Poi alzate un
braccio, e abbassate l'altro; spingete entrambi indietro e invertite.
Imparare a rilassarsi è un lavoro
indispensabile per chi soffre di questo disturbo; un imperativo che sul lungo
periodo porta innumerevoli benefici. Per questo può essere utile seguire
lezioni di Chi kung (Qi gong) tenute da maestri esperti che sappiano
guidare l’immaginazione volta a veicolare il respiro e l’attenzione tra le
diverse parti del corpo.
Ecco intanto semplici esercizi di ginnastica
isometrica che potete svolgere ovunque:
Con le mani dietro la nuca forzare in avanti ed in
basso la testa, focalizzando l’attenzione sulla sensazione di tensione a
livello dei muscoli posteriori del collo.
Con una mano sulla testa esercitare una trazione
laterale verso destra e ripetere poi a sinistra, sempre mantenendo ben ferme le
spalle.
Volgere molto lentamente il viso verso l'alto fino da avere la testa rovesciata all'indietro.
CONSIGLI PER DARE BENESSERE ALLA CERVICALE
Riusciamo a isolare il tratto cervicale dal lavoro
delle spalle? Cosa risiede in questa zona in termini energetici, quali emozioni
ci si vanno ad accumulare? Vediamo insieme qualche consiglio per dare benessere
alla cervicale
Insegnando mi è capitato talvolta di osservare
come a una grande tensione a livello del collo si unisca una discreta ritrosia
alla spontaneità del "tirare fuori", anche attraverso l'espressione
vocale. A questo si associa una certa tendenza a eseguire gli esercizi in fase
di totale apnea. Si va in apnea spesso, le emozioni sommergono, si vuole
controllare, si respira ancora peggio.
Dunque, se arriva a visitarci un dolore cervicale
è molto probabile che il corpo stia cercando di dirci qualcosa.
State lavorando troppo al computer? State vivendo
una condizione di stress esagerato e prolungato? Vi state facendo carico di
qualcosa che non vi compete? State bloccando emozioni e vivendo sotto le vostre
reali possibilità espressive? C'è ansia
da controllo? O semplicemente vi siete messi in un passaggio di corrente tra
finestra e porta e avete preso freddo?
Queste domande è bene farsele, prima di andare in
allarme, sempre con La riflessologia, oltre ad essere un metodo di
trattamento, è anche un mezzo di indagine dello stato di un organo o di un
viscere, considerato in ogni suo aspetto: fisico, analogico ed energetico.
Secondo la riflessologia podalica
olistica® il piede vede infatti riflesso
su di esso tutto il corpo a cui appartiene. Attraverso un semplice specchiare
il corpo sui piedi è facile reperire i punti corrispondenti: la parte
posteriore del corpo sul dorso del piede e l'addome sulla pianta, le parti
molli (organi e visceri) sono riflesse nelle parti morbide e le parti ossee
(schiena e arti) sulle ossa.
Vi sono inoltre epicentri e zone situate al di fuori di queste aree, che danno informazioni sullo stato energetico ed analogico del segmento corporeo a cui si riferiscono.
Interpretazione analogica del collo e trattamento riflessologico
Fisicamente la muscolatura del collo è
bersaglio di molti stati di disagio: dal semplice irrigidimento a contrazioni
più marcate che non permettono la rotazione e la flessione del collo. È inoltre
zona molto delicata esposta e scoperta più di molte altre zone del corpo.
Analogicamente il collo è il ponte
di collegamento fra la testa ed il resto del corpo, tra testa e cuore, tra
parte alta e parte bassa, tra il segmento razionale e quello più viscerale ed
emotivo.
Il collo incanala il passaggio tra ciò che arriva
da fuori (l'aria e il cibo) per entrare più in profondità. Difficoltà a
deglutire, a mandare giù, possono riflettersi in questa zona dal corpo.
Le zone riflesse del piede possono
aiutare a indagare analogicamente lo stato di questo segmento tanto importante
del nostro corpo. Un trattamento permette di avere informazioni
sullo stato fisico, ma anche energetico. Situazioni in cui si fatica a
guardarsi intorno per avere una prospettiva differente sulle esperienze,
oppure irrigidimenti nel sottostare a qualcosa che non ci va giù o su
cui non siamo d'accordo, difficoltà nel dire si o no profondamente,
obbligandoci razionalmente ad accettare o negare qualcosa che non sentiamo
intimamente, una mancata comunicazione equilibrata tra la parte razionale e la
parte emotiva, possono riflettersi sul piede con dolore in queste zone
riflesse.
Il riflessologo plantare, trattandole con pressioni modulate ed adeguate alla risposta, rispettando il dolore manifestato, può trarre informazioni su questi aspetti analogici del collo, e anche permettere una distensione riflessa degli stessi.
Il collo nella zona riflessa del piede
Nella riflessologia
podalica olistica la parte alta del corpo, il capo e
il collo, si specchiano sulla zona delle dita dei piedi, sia
anteriormente che posteriormente.
Le parti su cui si possono reperire i
corrispondenti punti riflessi del collo si trovano sull'alluce e
sulle altre dita: l'area riflessa del collo si trova sulla parte
laterale interna dell'alluce, verso il secondo dito, nella zona muscolare della
prima falange.
Gli epicentri energetici riflessi del collo si
trovano sulle altre dita nella medesima zona interna. L'epicentro
del muscolo ternocleidomastoideo, che permette di flettere il capo in
avanti, e principale bersaglio del disagio che viene banalmente chiamato “torcicollo”,
si trova invece sul dorso del piede, nella zona molle tra il secondo
metatarso e il terzo metatarso, spostato verso il secondo.
Questo punto risulta particolarmente dolente
qualora risenta dello stato fisico del muscolo stesso, ma soprattutto per quel
che riflette a livello energetico e analogico.
siderando che allarmarsi e bloccarsi per un dolore di certo non genera che ulteriori tensioni.
Osservare il vizio posturale
Può il dolore cervicale avere origine
psicosomatica? È tanto importante prima di tutto iniziare a fare caso a quale
atteggiamento posturale si adotta abitualmente a livello cervicale,
considerando che la colonna vertebrale è un unicum e dunque come si va a
intaccare "un'onda" - ci si riferisce alle curve della lordosi
cervicale e la lordosi lombare; la cifosi toracica e la cifosi sacrale - anche
le altre ne risentono.
Se la colonna inverte la sua concavità e si
irrigidisce in psicosomatica di solito questo viene chiamato "collo
paradosso" e va a interessare persone che fanno tutto l'opposto di ciò che
vorrebbero. C'è mancanza di auto-ascolto dunque. C'è un'elasticità eccessiva
che produce totale inversione anche rispetto agli intenti che il cuore vorrebbe
seguire.
Se lo spazio tra le vertebre si riduce c'è invece
come una sensazione di accorciamento della colonna data dalla psicologica
necessità di concretezza, resistenza, dal pensare che ci vuole controllo anche
rispetto a ciò che non si può umanamente controllare.
Quando invece la postura è chiaramente in avanti e
la testa sporge e le vertebre tendono a scivolare sul petto è possibile ci sia
una certa ostinazione ad andare avanti senza fermarsi a osservare quanto la
vita propone nel momento presente, protraendo quasi una disperata corsa e in
questo senso si diventa "miopi". Sentire come una spada di Damocle
piantata nel collo. La lama va giù spietata in piena cervicale e scatena
un mal di schiena con cui è impossibile convivere. Un colpo di
freddo? Probabile. Ma dobbiamo anche tenere presente che il dolore cervicale di
solito è una spia.
Diventa acuto quando siamo stressati, non ci molla
se passiamo le ore davanti al computer, ci tormenta quando ci sentiamo oppressi
da una persona o da una situazione.
Esistono metodi di autoguarigione dal dolore cervicale basati su una specifica ginnastica. Ma la cura parte anche dal viso. La riflessologia facciale combatte il dolore cervicale, le contratture, i dolori muscolari e le difficoltà di movimento a carico delle articolazioni.
3 facili esercizi per dare benessere alla cervicale
Il primo
esercizio, davvero molto semplice. Sedete a una sedia,
tenete le spalle fisse, respirate con dolcezza. Se avete uno specchio davanti,
prima di intraprendere l'esercizio fatevi un bel sorriso, ve lo meritate. E se
non viene, sforzatevi, un sorriso è il modo migliore per cominciare. Poi potete
chiudere gli occhi (prima finite di leggere la spiegazione dell'esercizio) e
sentire se l'appoggio dei piedi è saldo, se le spalle sono rilasciate e il
respiro non è corto e costipato. In questa condizione, potete iniziare a
inclinare il capo a destra e sinistra, ripassando per il centro. Non va fatto
in modo irruento o forzando. Solo la testa si muove, non le spalle. La testa
non è ruotata, lo sguardo è sempre frontale. Finito l'esercizio, tornate a
sorridervi allo specchio.
Secondo
esercizio: mantenete sempre il mento alto e questa volta
girate il capo guardando a destra e a sinistra, sempre da seduti e con la
schiena ben dritta. Restate un po' per ogni lato, quando il mento è in linea
con la spalle, inspirate ed espirate almeno 5 volte per ciascun lato.
Passiamo a esercizi molto delicati, che vanno eseguiti con il massimo ascolto
onde non aggravare patologie a carico della colonna. Si tratta delle flessioni
del capo in avanti e indietro (in altre parole, dire "sì" molto in
avanti e poi seguire la linea indietro); in avanti si eseguono portando il
mento verso il petto, indietro, portando l'occipite in direzione opposta
indietro. Non spostate o piegate la schiena e mantenete le spalle basse.
Ecco, se c'è spondilosi, protrusioni erniali o gravi patologie al tratto cervicale, è bene non tanto evitare questi esercizi quanto adattarli alla singola persona. Se sentite dolore, allentate e rallentate, andate piano. È importante eseguirli da seduti per venire meglio a patti con eventuali giramenti di testa.
4 esercizi semplici per il torcicollo
Il Qi gong e lo yoga in aiuto della
cervicale
Il Qi gong arriva in nostro
grande aiuto. Se studiamo i fondamenti di quello che si chiama "palo
eretto", la posizione base di meditazione in stazione eretta, con
anche morbide e schiena e testa allineata.
Ristudiare la postura vuol dire ascoltarsi
daccapo, di nuovo. Questo, più che un esercizio, è una sfida. Dovreste
trovare del tempo in cui siete da soli e in pace. Spegnete il cellulare, lasciate
andare tutto il resto. Tenete solo in mente che le anche devono essere morbide
e caviglia, ginocchia, anca, spalla tracciano un'unica linea. Rilassate
tutto e osservate il respiro. C'è una spalla che vuole andare più su o più
avanti? Ritrovate delle tensioni che non vi aspettavate?
Se dovesse incuriosirvi questa pratica, vi
consigliamo di cercare in rete qualche scritto su Wang
Xiangzhai (1885 - 1963), grande meastro di Yi Quan (boxe della
volontà).
Altra disciplina da cui la cervicale può trarre grande beneficio è lo yoga: Gomukhasana (Posizione del Muso di Vacca) è tanto utile se eseguita correttamente. In questa posizione le ginocchia dovrebbero esattamente ricadere l'una sopra l'altra, la schiena e la testa dritte e le braccia vanno a cercarsi indietro.
Fiore di Bach e pietre per la cervicalgia
Fiore di Bach consigliato (sentitevi sempre
prima con il floriterapeuta): Rock Water, che agisce sulla rigidità
("roccia d'acqua", il nome stesso lo rivela). Il dialogo con il floriterapeuta permetterà
di comprendere quali associazioni sono più opportune e quale il dosaggio.
Questo fiore è proprio il fiore del
"lasciarsi andare", che lavora sulla ridotta flessibilità anche a
livello psichico, il fanatismo, la poca malleabilità. A questo corrisponde una
rigidità alle spalle, oltre alla cervicalgia e
un'espressione non benevola quasi sempre marcata sul volto. Edward Bach trovò
questo rimedio presso una sorgente curativa del Galles, dove scorreva acqua di
fonte incontaminata.
Una tripletta di pietre per aiutarvi nel
dolore cervicale, nello scioglimento dei blocchi energetici:ambra, azzurrite, crisocolla. La
prima dona chiarezza mentale, equilibrio e fiducia anche negli altri, imparando
a scindere e comprendere senza subito giudicare e dare un'opinione inflessibile
tipica di chi accusa la cervicalgia come manifestazione psicosomatica.
L'azzurrite allevia
preoccupazioni, fobie, ossessioni di chi vuol tenere tutto sotto controllo. La
terza infine, la crisocolla, apre il soggetto a una
spiritualità più libra e viva, è una potente fonte di energia vitale, con
una spiccata energia femminile di accoglienza e trasformazione, rimuove sentimenti
negativi di colpa ben radicati.
Esercizio spirituale per la cervicalgia
La mente può non governare il corpo ma
essere messa al servizio come il potentissimo strumento che di fatto è. I dolori cervicali a
livello psicosomatico corrispondono spesso a carico e ansia da
controllo, giudizio costante sugli altri e quindi anche verso se stessi.
In molti casi la cervicalgia viene proprio
elenacata tra i principali disturbi che sono psicosomatici per eccellenza.
Ma quale difficoltà sta di fondo: cuore e ragione non comunicano, non sono in
grado diguardarsi e parlarsi con serenità.
I pensieri in alto e le emozioni dal basso. E il collo nel mezzo. Un collo rigido e dritto, senza elasticità ha bisogno di recuperare il ruolo importante che gli spetta, quello di fare da raccordo tra raziocinio ed emotività. Un esercizio spirituale multiforme: al mattino, pensiamo tutte le possibilità aperte. Iniziamo a figurarci che la direzione della nostra vita non sia solo una. Iniziamo a sentire flessibilità, visualizziamo un elemento naturale che ci porta a uno stato morbido, fluido, rilassato. In altre parole, ascoltatevi, davvero ritagliate un attimo per chiedervi dove state andando e poi lasciate la domanda senza risposta, sospendete, senza rabbia o altri sentimenti, ad esempio di paura.
Un esercizio di riflessologia facciale
Nelle vostre mani c'è l'arma contro il dolore
cervicale. Come usarle al meglio?
I movimenti devono essere eseguiti con le nocche dei pollici di entrambe le mani in contemporanea.
·
Sfiorate il bordo superiore della fronte e
l'attaccatura dei capelli, dal centro verso l'estremità, con piccoli movimenti
verticali.
·
Proseguite scendendo con lo stesso
movimento, in verticale, vicino alle orecchie
·
Lavorate attorno al naso con gli stessi
movimenti, sia in prossimità delle narici che lungo la linea del naso
·
Dal naso tracciate due linee curve che si
separano seguendo le sopracciglia
I movimenti vanno ripetuti 30 volte.
La respirazione durante l'esecuzione dovrebbe essere rilassata e profonda,
seguire i movimenti e le linee del gesto. Va pensato come un vero e proprio
autotrattamento cui ricorrere tutti i giorni, fino allo
scioglimento di blocchi e contratture. D'altra parte, le dita le abbiamo sempre
a portata di mano.
CURIAMOCI DA SOLI CON L’AUTOSHIATSU
Tutti noi ci troviamo di fronte a piccoli o grandi disturbi che limitano i nostri movimenti, le nostre attività. Non sempre possiamo delegare ad altri il nostro benessere e allora perché non imparare alcune semplici manipolazioni per alleviare i nostri disagi. L'autoshiatsu è un insieme di auto manipolazioni di digitopressione, derivate dallo shiatsu, per alleviare disagi come dolori cervicali, tensioni muscolari, mal di tesa. Vediamo come funziona
Lo Shiatsu è un metodo di digitopressione giapponese,
nato dalla sintesi di altre tecniche tra cui il do-in e l’agopuntura.
Il suo scopo è ripristinare il benessere
complessivo del corpo e della mente, attraverso la libera circolazione
dell’energia.
Per ottenere questo lo shiatsu si concentra
sui punti di pressione, gli tsubo, per riequilibrare il qi (l’energia) dei meridiani.
Ogni meridiano è
in rapporto con un organo o una funzione. Questo principio è da
tenere bene a mente perché quando andremo ad esercitare leggere pressioni su
punti dolenti non staremo lavorando solo in quella zona, ma staremo sciogliendo
un blocco che migliorerà tutto il nostro complesso sistema.
L’equilibrio da ripristinare si basa su una “leva”
di pieno e vuoto, jitsu punti
con eccesso di ki, solitamente dolenti e kyo punti di vuoto d’energia, causa del disturbo.
La respirazione,quando
riceviamo un trattamento shiatsu o ci dedichiamo ad un automassaggio,
è fondamentale: dobbiamo partecipare al lavoro sul nostro corpo, accogliendo la
pressione con una fluidità espiratoria ed inspiratoria armonica.
Anche l’abbigliamento deve essere comodo, in fibre naturali, tanto da favorire il libero passaggio delle energie.
Un trattamento per ogni disturbo
Trattamento
dell’Hara
Indicato per spasmi allo stomaco, pesantezza
epatica, ristagni intestinali
Lo Hara è
la regione del nostro addome dove ha sede il qi, zona molto importante e delicata, spesso soggetta a tensioni
anche psicosomatiche.
E’ bene trattare lo hara da sdraiati supini, con un cuscino sotto
le ginocchia in modo da rilassare il più possibile la muscolatura addominale e
renderla palpabile.
In senso orario portare la pressione delle dita attorno all’ombelico e continuare in maniera circolare come a percorrere una chiocciola immaginaria che porta a disperdere i blocchi verso l’esterno. Si può ripetere più volte aumentando la pressione, fino a sentire sciogliere le tensioni.
Trattamento
del collo e del trapezio superiore
Indicato per dolori cervicali, mal di
testa, stanchezza degli occhi.
Da seduti, con un buon supporto alle
lombari appoggiare la mano destra sulla spalla opposta, appena sotto il collo e
iniziare una pressione profonda con le dita, spostandosi dall’interno verso
l’esterno della spalla, lavorare anche se possibile attorno al manubrio
clavicolare posteriore, aiutandosi facendo rotazioni all’indietro di poca
escursione della spalla trattata: questo aiuta ad approfondire la pressione.
Poi cambiare spalla e lavorarla sempre
dall’interno verso l’esterno. Una volta trattato il trapezio, passare al collo.
Sarebbe meglio sedersi ad un tavolo ed appoggiarvi i gomiti, in modo da non
portare tensione muscolare alle spalle.
Così accomodati appoggiare le due mani ai lati del
collo ed esercitare una pressione accettabile lungo i paravertebrali cervicali
fino ad arrivare alla nuca.
Disperdere sempre la pressione verso l’esterno, in questo caso verso le orecchie. Ripetere più volte fino a sentire il collo più sciolto, le spalle alleggerite e la vista più chiara.
Trattamento
dei muscoli paravertebrali
Indicato per tensioni muscolari delle
fasce dorsali e lombari se dovute a posture scorrette. Non intervenire
in caso di discopatia (ernie)!!!!
Per questo genere di trattamento servono
degli strumenti diversi dalle mani, perché impossibilitate a raggiungere le
zone in questione.
Esiste sul mercato una specie di mattarello
in legno per l’autoshiatsu con due piccole sporgenze che
appoggiano esattamente ai lati della colonna vertebrali sui muscoli
paravertebrali.
Per i neofiti è indicato sedersi a terra e
appoggiarsi con la schiena e “il mattarello” ad una parete. Con la forza del
proprio corpo esercitare pressione verso il muro che agirà da forza passiva
contrastante sul mattarello, la cui pressione si eserciterà sui paravertebrali.
Scostandosi leggermente dalla parete si potrà
spostare lo strumento verso il basso per trattare progressivamente tutta la
schiena. In alternativa è possibile utilizzare delle palline da tennis.
Stando sdraiati a terra supini, con le gambe
piegate, far scivolare le palline sotto la schiena (attenzione non sulle
vertebre della colonna). Il peso del corpo e piccoli spostamenti della schiena
faranno tutto il lavoro di pressione.
Lungo la schiena corrono importanti meridiani come
quello di vescica e fasce metameriche dove si
riflettono organi come stomaco, fegato, cuore, milza, polmoni, intestino tenue,
rene. Trattare la schiena equivale a trattare praticamente tutto il
nostro organismo!
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