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TRIANGOLO DRAMMATICO DI KARPMAN: VITTIMA, PERSECUTORE E SALVATORE

Carissimi lettori,

Oggi vi presento un altro articolo di life coaching: Il triangolo di Karpman. Un argomento arduo e molto utile per ridurre o evitare i conflitti nelle relazioni umane; perché è profondamente umano lottare per l’armonia ed evitare i conflitti.  Lo scopo è sempre lo stesso per ogni articolo di life coaching: una trasformazione interiore tramite introspezione e responsabilizzazione sull'andamento della propria vita.

Solo un percorso di trasformazione interna ci permette di elevare il nostro giudizio, la nostra consapevolezza e la nostra responsabilità sull'andamento della nostra vita.

Il triangolo di Karpman (conosciuto anche come: triangolo drammatico di Karpman) è un modello sociale riguardante dinamiche distruttive d’interazione umana, che coinvolgono tre figure simboliche, iconologiche:

  1. Vittima.
  2. Persecutore.
  3. Soccorritore.

I problemi interpersonali sorgono automaticamente e molti di loro sono causati da ruoli drammatici indicati nel triangolo di Karpman, che assumiamo inconsciamente. Non siamo questi ruoli, li interpretiamo e possiamo anche cambiarli durante una relazione o interpretare diversi ruoli per diverse relazioni

Sono tre personaggi in profondo conflitto tra loro, ma che, proprio a causa di tale conflitto, sono strettamente legate.

Il triangolo di Karpman, che rientra nell'ambito dell’Analisi Transazionale, è fondato sulla presenza di relazioni distruttive tra individui che non possiedono la capacità di confrontarsi in maniera equilibrata con gli altri, e che quindi assumono atteggiamenti distruttivi.

I tre ruoli fondamentali sono quelli assunti dal “sé” interiore in presenza di situazioni conflittuali e nevrotiche, responsabili di forme comunicative deviate.

Stephen Karpman, lo psicoterapeuta statunitense che nel 1968 elaborò questa teoria espresse la convinzione che tale modello comportamentale potesse essere d’aiuto in numerosi casi di profondo disagio psicologico, non soltanto individuale, ma anche collettivo e lo applicò per mappare la maggior parte delle relazioni conflittuali, focalizzandosi sul potere che nasce dalla netta distinzione dei ruoli interpretati.

Per il nostro lavoro di life coaching personale non entreremo più nello specifico negli studi dello psicoterapeuta statunitense, ma analizzeremo brevemente le tre figure e daremo uno sguardo su come uscire fuori da questo triangolo drammatico di relazioni distruttive.


Come si evince dalla figura ci ritroviamo con un triangolo rovesciato dove al vertice inferiore si trova la vittima (V) al vertice superiore sinistro il persecutore (P) e al vertice superiore destro il salvatore (S). Come abbiamo detto in precedenza questi tre ruoli possono subire cambiamenti durante la stessa relazione con scambi dinamici di posizione (Ruolo), tuttavia gli scambi tra ruoli non sono in grado di risolvere la conflittualità che sta alla base del triangolo, ma consentono soltanto di modificare la posizione dei protagonisti che sono comunque intrappolati nello schema di base.

I vertici del triangolo secondo Karpman

Vittima: La principale caratteristica della vittima è la sua passività, infatti accetta sia le vessazioni del persecutore che l’aiuto del soccorritore. Non fa nulla per modificare la situazione e cosi facendo soddisfa il suo bisogno di dipendenza, riuscendo ad evitare di assumersi qualsiasi responsabilità.

Nella maggior parte dei casi la vittima non è realmente una vittima, non si tratta di una persona incapace di prendere decisioni ma piuttosto è un individuo che agisce come se lo fosse, mostrandosi sfortunato, perseguitato dalla cattiva sorte, senza speranza e sempre sotto accusa. Un debole solo in apparenza, che trova una via di scampo dagli obblighi e dagli impegni rifugiandosi nel ruolo di perseguitato, come atteggiamento utilitaristico a suo favore.

Persecutore: è un soggetto animato dalla necessità di controllare tutto e tutti, spinto a giudicare chiunque, e in particolare la vittima, che diventa il suo capro espiatorio preferito. Si tratta di una persona molto sicura di sé, capace di tradurre questa sua apparente sicurezza in una continua analisi giudicante e critica verso il prossimo, considerato sempre non all'altezza della situazione ma in realtà i persecutori sono spesso individui insicuri, oppressi da una forte conflittualità, che cercano di superare i propri problemi vezzeggiando la vittima, che diventa il centro della loro esistenza. In definitiva si crea una malsana dipendenza con la vittima, che diventa indispensabile al Persecutore.

Salvatore: è una persona alla costante ricerca dell’approvazione altrui, che desidera sentirsi sempre moralmente superiore agli altri. Un personaggio irrisolto che non è in grado di accettare i propri limiti e che cerca di dimenticare i suoi problemi dedicandosi al prossimo. È un individuo generalmente molto frustrato che si concentra nelle opere di soccorso soprattutto della vittima che a sua volta mostra di apprezzare le  sue attenzioni. Di conseguenza il soccorritore si sente realizzato e in un certo senso il salvatore convalida e accetta l’operato del persecutore, senza il quale non potrebbe mettersi in mostra come soccorritore e quindi come persona buona e meritevole di stima e apprezzamento.

 Uscire fuori dal triangolo

Come già detto nel triangolo di Karpman i ruoli non sono fissi, ma al contrario gli scambi tra ruoli hanno una certa frequenza, in rapporto alle modifiche delle relazioni interpersonali.

Questo scambio di ruoli esaspera il grado di drammaticità e di confusione, in quanto lo stesso personaggio può interpretare ruoli opposti in brevi periodi di tempo. Di conseguenza abbiamo la totale perdita di controllo con aumento dell’aggressività, che esaspera esponenzialmente la spirale negativa.

Quindi si rende necessario risolvere il più rapidamente possibile questa condizione, per evitare conseguenze sia immediate e soprattutto a lungo termine, collegate alla cronicizzazione delle dinamiche disfunzionali.

Il primo passo da compiere è rivolto ai singoli personaggi: usare creativamente l’introspezione per acquisire o sviluppare competenze e responsabilità utili per uscire dal proprio ruolo.

Uscire dal ruolo della vittima

Come tutto il concetto di life coaching, la vittima deve responsabilizzarsi per crescere, deve acquisire autostima e sicurezza di se per sviluppare la propria autonomia. Identificando i propri lati bui e sfruttarli come punti di forza eliminando la scusa di non agire per colpa della sue presunte vulnerabilità.

Uscire dal ruolo del persecutore

Solo un percorso di trasformazione interiore ci permette di elevare il nostro giudizio, la nostra consapevolezza e la nostra responsabilità sull'andamento della nostra vita.

Il persecutore prendendo coscienza dei suoi limiti e delle insicurezze, deve diventare più assertivo e smettere di giudicare gli altri. Per uscire da questo ruolo il personaggio deve riconosce e accettare le sue debolezze così facendo riduce la sua visione accusatrice diventando più umano e altruista.

Uscire dal ruolo del Salvatore

Il salvatore deve accettare la sua personalità senza nascondersi dietro un altruismo artefatto e spesso falso, indossando una maschera ipocrita che cerca di legare a se le persone per un suo bisogno di realizzarsi, lasciando le persone libere di scegliere se instaurare o meno un rapporto con lui senza una relazione di dipendenza o soccorso. Mostrandosi sincero e affrontando le sue insicurezze e conflitti irrisolti che lo condizionano.

Conclusione: come si è ormai evidenziato durante tutti questi articoli di life coaching, il lavoro su se stessi si basa su una Introspezione onesta, trovare gli angoli bui e i punti di forza, accettarli e usarli in modo da migliorare se stesso e di conseguenza le relazioni che si intrattengono. Ovviamente il primo passo è la volontà di cambiare, riconoscere che la via intrapresa fin ora non funziona più e cercare una soluzione. Se soli non si riesce bisogna chiedere aiuto ad esperti del settore.

Con l'augurio che questo articolo possa essere d'aiuto vi chiedo di lasciare il segno del vostro passaggio con i vostri commenti.

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