Ticker

6/recent/ticker-posts

I 3 PILASTRI DEL REIKI (JAPANESE REIKI TECHNIQUE USUI REIKI RYOHO)

Sho Den
PRIMO INSEGNAMENTO
I 3 PILASTRI DEL REIKI

Rappresentano tre metodiche da attuare prima di ogni trattamento terapeutico e che ci permettono di operare in piena armonia e in sintonia con la grande energia universale per ottenere i migliori risultati possibili.

Essi sono: Gassho- Reiji- Chiryo

GASSHO: è una forma di meditazione che si attua ponendo le mani giunte all'altezza del cuore, le punte degli indici possono toccare il mento mentre la nostra attenzione viene focalizzata al punto di unione delle nostre dita medie dove terminano i meridiani del ministro del cuore. Le due mani congiunte rappresentano l'unione della nostra parte terrena con la nostra parte divina e altresì il connubio della nostra umanità con la divinità suprema. Si può assumere questa posizione stando seduti per terra, o su una sedia: l'importante è che la schiena sia ben dritta. Gassho può essere praticato prima di ogni trattamento terapeutico ma anche all'inizio di ogni seminario, oppure al mattino al risveglio e alla sera prima del riposo notturno. Tramite Gassho sperimentiamo uno stato di distacco verso tutti i problemi contingenti che ci hanno accompagnato durante il giorno, che ci permette di esulare dalla nostra individualità per entrare a far parte della totalità dell'Uno, di riconoscere la persona che stiamo trattando parte di noi stessi, e in ultimo ci dispone a diventare canali energetici puliti e consapevoli. All'inizio della meditazione Gassho è opportuno recitare più volte, silenziosamente, i 5 principi Reiki. E' possibile e consigliabile integrare la meditazione Gassho con la tecnica della respirazione chiamata Jyoshin Kokyu Ho. Essa consiste nel visualizzare separatamente o contemporaneamente il grande e il piccolo circuito dell'energia. Il grande circuito energetico: si inspira attraverso il naso e si visualizza una grande luce dorata che penetra attraverso il chakra della corona e percorre insieme all'aria inspirata tutta la colonna vertebrale (Sushumna) fino ad arrivare al 2° chakra, poi aria e luce dorata risalgono fino al 5° chakra, qui si dividono in due rami che si portano fino alle mani. Si espira l'aria attraverso la bocca e si invia l'energia dalle mani alla zona del corpo che vogliamo trattare. Il piccolo circolo energetico origina dalle punte delle dita medie e si porta fino al 6° chakra, quindi arriva al cuore e si porta di nuovo alla punta delle dita medie: in questo modo connette insieme mani, cuore e psiche. Ogni meditazione Gassho dovrebbe durare circa 20 minuti.

REIJI: A completamento della meditazione Gassho ci connettiamo consapevolmente con la Grande energia universale ed esprimiamo l'intento che essa penetri dentro di noi, in modo totale e completo. Dopo pochi secondi o qualche minuto avvertiremo la sua presenza in una parte qualsiasi del nostro corpo: le mani, il cuore o la testa. A questo punto lasciamo da parte il nostro Ego e i nostri personali desideri e chiediamo umilmente alla grande Energia Universale di voler guarire in modo olistico la persona che stiamo per trattare, se questo è pure il desiderio dell'universo e chiediamo alla energia del Reiki di guidare le nostre mani laddove c'è più bisogno di energia terapeutica. Dobbiamo sempre tener presente che al di là del nostro desiderio di apportare benessere e guarigione è sempre comunque l'anima della persona che ci apprestiamo a trattare che decide se accettare o meno l'energia che invieremo: a volte la malattia è parte essenziale di un cammino che l'anima stessa deve fare per raggiungere infine la consapevolezza e l'illuminazione.

CHIRYO: è il trattamento terapeutico vero e proprio che illuminato dal Gassho e guidato e potenziato dal Reiji si manifesta con tutta la sua straordinaria carica energetica. La persona che riceve il trattamento può essere seduta o distesa. La persona che effettua il trattamento dopo aver completato Gassho e Reiji si appresta a trattare la testa del ricevente avendo le mani leggermente convesse e osservando 5 posizioni nel seguente ordine:

1. fronte e inizio della capigliatura

2. zona delle ossa parietali

3. nuca e zona delle sopracciglia

4. i lati del collo

5. la corona

Dopo il trattamento della testa l'operatore effettua il Byosen (scansione) e si dedicherà a quelle parti del corpo che manifestano un disequilibrio energetico. Un trattamento eseguito in questa modalità richiede circa 30 minuti.

Io intendo i tre pilastri del Reiki come segue:
1- Con la meditazione Gassho ci poniamo in uno stato meditativo, uno stato di unità con l'universo. Puliamo la casa prima che arrivi l'ospite (in questo caso l'energia del Reiki). In India Gassho si dice "Namaste", che tradotto significa più o meno "Saluto il divino che è in te". In questo stato possiamo fare il passo successivo. La meditazione Gassho va praticata quotidianamente, prima del trattamento e durante il Reiji, unendo le mani all'altezza del petto in modo da vibrare all'unisono con il cuore. Impariamo ad associare interiormente la posizione delle mani giunte davanti all'altezza del torace alla meditazione. Uniamo le mani e chiudiamo gli occhi, passando automaticamente in uno stato di meditazione.
2- Si può praticare efficacemente il Reiji solo se l'ego viene provvisoriamente abbandonato. A prima vista il Reiji appare fine a se stesso, ma in realtà grazie ad esso ci abbandoniamo all'energia del Reiki, e l'abbandono è senza scopo. L'atteggiamento spirituale nel Reiji è: sia fatta la tua volontà. Non siamo noi a provocare la guarigione, tutt'al più avviene attraverso di noi. Un piccolo rituale prima del trattamento può essere d'aiuto: lavate le mani con acqua corrente e sciacquate la bocca. Sedetevi comodamente nella sala del trattamento in posizione Gassho e lasciate da parte le preoccupazioni, i pensieri e le emozioni. Poi iniziate con il Reiji.
3- Una volta iniziato il trattamento (chiryo), non abbiamo più bisogno di preoccuparci della guarigione o di qualunque altro scopo della terapia.

GASSHO

Gassho, significa letteralmente "due mani giunte." Il Maestro Usui insegnava questa meditazione da fare due volte al giorno: alla mattina e alla sera, possibilmente alba e tramonto, che sono i due momenti in cui l'atmosfera terrestre e quindi anche l'aria che respiriamo sono maggiormente carichi di "Ki " o "Prana". Inoltre Usui faceva praticare questa meditazione, che dura circa 30 minuti, prima delle lezione che teneva ai suoi studenti. GASSHO è una forma di meditazione che si attua ponendo le mani giunte all'altezza del cuore, le punte degli indici possono toccare il mento mentre la nostra attenzione viene focalizzata al punto di unione delle nostre dita medie dove terminano i meridiani del ministro del cuore. Le due mani congiunte rappresentano l'unione della nostra parte terrena con la nostra parte divina e altresì il connubio della nostra umanità con la divinità suprema. Siediti con gli occhi chiusi e le mani giunte davanti al petto, porta la tua attenzione al punto dove si incontrano le tue dita medie. Mantenendo l'attenzione al punto dove si incontrano le tue dita medie, inizia a respirare lentamente nella pancia, e non preoccuparti di altro. Se ti accorgi che arrivano dei pensieri, cerca di non trattenerli, ma osservali semplicemente come se appartenessero al qualcun altro. Vedrai che con un pò di allenamento nel giro di qualche settimana la cosa ti riuscirà abbastanza naturale. Si può assumere questa posizione stando seduti per terra, o su una sedia: l'importante è che la schiena sia ben dritta. Gassho può essere praticato prima di ogni trattamento terapeutico ma anche all'inizio di ogni seminario, oppure al mattino al risveglio e alla sera prima del riposo notturno. Tramite Gassho sperimentiamo uno stato di distacco verso tutti i problemi contingenti che ci hanno accompagnato durante il giorno, che ci permette di esulare dalla nostra individualità per entrare a far parte della totalità dell'Uno, di riconoscere la persona che stiamo trattando parte di noi stessi, e in ultimo ci dispone a diventare canali energetici puliti e consapevoli. All'inizio della meditazione Gassho è opportuno recitare più volte, silenziosamente, i 5 principi Reiki. E' possibile e consigliabile integrare la meditazione Gassho con la tecnica della respirazione chiamata Jyoshin Kokyu Ho. Essa consiste nel visualizzare separatamente o contemporaneamente il grande e il piccolo circuito dell'energia. Il grande circuito energetico: si inspira attraverso il naso e si visualizza una grande luce dorata che penetra attraverso il chakra della corona e percorre insieme all'aria inspirata tutta la colonna vertebrale (Sushumna) fino ad arrivare al 2° chakra, poi aria e luce dorata risalgono fino al 5° chakra, qui si dividono in due rami che si portano fino alle mani. Si espira l'aria attraverso la bocca e si invia l'energia dalle mani alla zona del corpo che vogliamo trattare. Il piccolo circolo energetico origina dalle punte delle dita medie e si porta fino al 6° chakra, quindi arriva al cuore e si porta di nuovo alla punta delle dita medie: in questo modo connette insieme mani, cuore e psiche. Ogni meditazione Gassho dovrebbe durare circa 20 minuti.

REIJI-HO

Questa tecnica ha 3 passaggi

Descrizione REIJI HO:

Questo è il nome conferito a questa tecnica intuitiva, che grazie alla sua assidua pratica, può dar luogo alle seguenti abilità:
1[ Lasciarsi intuitivamente guidare dal flusso energetico del Reiki che si sprigiona dalle nostre mani verso le zone problematiche e disarmoniche a livello bioenergetico. Questo saper dove mettere le mani avviene anche prima di aver scannerizzato il ricevente.
2[ Comprendere Intuitivamente che tipo di problema si andrà a trattare. L'abilità in questione la possiamo definere come; intuire vedere o percepire la malattia da trattare. Lo studente della Usui Reiki Ryoho Gakkai deve affinare e sviluppare queste abilità Reiji oppure essere in grado di eseguire una scansione BYOSEN prima di poter accedere al grado successivo ]] OKU DEN [[ Praticando regolarmente Reiji e Byosen ci si sensibilizza sempre di più al percepire l'energia, questo avviene anche con l'esposizione regolare a un gran numero di trattamenti. Spesso accade che praticando questa tecnica le nostre mani vengano guidate a seguire precisi percorsi energetici conosciuti come meridiani. Byosen richiede invece un attenta e devota focalizzazione sulle sensazioni interiori e delle mani per poter "sentire" dove e cosa c'è che nel campo energetico altrui è in disarmonia. Esecuzione: A completamento della meditazione Gassho ci connettiamo consapevolmente con la Grande energia universale ed esprimiamo l'intento che essa penetri dentro di noi, in modo totale e completo. Dopo pochi secondi o qualche minuto avvertiremo la sua presenza in una parte qualsiasi del nostro corpo: le mani, il cuore o la testa.
A questo punto lasciamo da parte il nostro Ego e i nostri personali desideri e chiediamo umilmente alla grande Energia Universale di voler guarire in modo olistico la persona che stiamo per trattare, se questo è pure il desiderio dell'universo e chiediamo alla energia del Reiki di guidare le nostre mani laddove c'è più bisogno di energia terapeutica. Dobbiamo sempre tener presente che al di là del nostro desiderio di apportare benessere e guarigione è sempre comunque l'anima della persona che ci apprestiamo a trattare che decide se accettare o meno l'energia che invieremo: a volte la malattia è parte essenziale di un cammino che l'anima stessa deve fare per raggiungere infine la consapevolezza e l'illuminazione.
1° Passo][ Centrature a mani congiunte Namaste e chiedere mentalmente all'energia Reiki di manifestarsi dentro di noi. Una volta percepito il flusso lo estendiamo a tutto il nostro essere finche non ci sentiamo tutt'uno con esso.
2° Passo][ Chiedere mentalmente di poter trattare la persona per il massimo bene suo, nostro e del intero universo con l'intento di portargli il massimo beneficio a livello olistico. Cerchiamo anche in modo consapevole di mettere da parte le nostre aspettative e richieste egoistiche.
3° Passo][Chiediamo all'energia di guidare le nostre mani la dove più ce ne bisogno e aspettiamo dunque un impulso per procedere lasciando che siano le mani a guidarci è non il nostro lato razionale. Può anche avvenire a questo punto di sapere o vedere cosa c'è che non va. Siate grati per questa informazione ringraziando l'universo e la persona che state trattando.

Il REIJI HO di PETTER:

" Lo studente, ad occhi chiusi, congiunge le mani davanti al cuore e si connette con la grande energia universale. " Recita una preghiera per la guarigione del ricevente " Porta le mani giunte davanti al terzo occhio e prega affinché esse siano guidate laddove c'è più bisogno. " Avvicina le proprie mani al corpo del ricevente e lascia che l'energia del Reiki le guidi dove c'è uno stato di malattia.

IL REIJI HO di DOI][: " Lo studente si apre all'energia del Reiki attuando HATSU REI HO e diventando Uno con essa. " Porta le mani sul corpo del ricevente e lascia che l'energia le guidi sulle zone malate. " Si pone mentalmente delle domande sulla malattia, sulle sue cause, e sugli organi interessati dalla patologia e apre la propria mente alle risposte che la propria intuizione gli invierà. La master Reiki Fiona McCallion suggerisce una ulteriore variante per ottimizzare questa tecnica: " L'operatore solleva il braccio e la mano non dominante in alto, per ricevere l'energia " Unisce le punta delle dita pollice e mignolo della mano dominante e avvicina a loro le punte delle restanti dita. Si forma così una specie di cuneo che viene portato, a punta in giù, sulla parte centrale del corpo del ricevente. " L'operatore si connette alla grande energia universale aprendosi totalmente ad essa e affidandosi alla propria sensibilità intuitiva.

CONTATTO E GUARIGIONE

Se hai le mani fredde, sfregale energicamente l'una con l'altra per scaldarle. Le mani fredde possono sottrarre calore alla parte del corpo dove vengono poste, e questo va assolutamente evitato. Perfino nel trattamento di una persona febbricitante noi non vogliamo eliminare la febbre e farcene carico. Esiste la possibilità di trasferire una malattia da un corpo umano alle piante, ad esempio, ma non è del tutto priva di pericoli, e dovrebbe essere usata solo da chi sa perfettamente ciò che fa. Mi capita a volte di sentire che qualcuno, durante un trattamento Reiki, avverta una perdita di energia. Qualcosa non va in quel trattamento. Chi è regolarmente iniziato al Reiki, secondo la mia esperienza, non indebolisce né l'altro né se stesso. In realtà con il Reiki entrambi, terapeuta e paziente, si caricano dell'energia del cosmo. Se durante la seduta di Reiki si respira nel modo descritto successivamente sulla respirazione, la sottrazione di energia è assolutamente impossibile.

Quando ci riferiamo ad un'intensa emozione che ci prende il cuore o lo stomaco, diciamo che "ci ha toccato". Dovremmo rallegrarci di avere la possibilità di imparare l'arte del contatto per mezzo dell'energia del Reiki. Contatto e guarigione sono due aspetti di una sola cosa. Chiunque sul nostro pianeta porta la mano sulla testa quando la urta. In molte culture per salutarsi ci si da la mano, ci si bacia o ci si abbraccia. Attraverso questo primo contatto, una persona sensibile avverte direttamente su quale piano si svolgerà quell'incontro. A quanto pare, anche per gli animali funziona così: Tao, la nostra gatta, capisce immediatamente se dalla mano che la accarezza promanano amore ed energia, paura o indifferenza. C'è un semplice esercizio da fare su questo argomento: Dai la mano al partner o ponila su una parte del corpo. Non dire al tuo partner se lasci scorrere amore e volontà di curare, ma lascia che sia lui a sentire ciò che emani. Invertite i ruoli e ripetete questo esercizio fino a che vi diverte farlo. L'imposizione delle mani è una delle cose più naturali del mondo. In Giappone si chiama "Te a te", e mio suocero mi raccontava recentemente, davanti a una tazza di sakè, che impone sempre le mani quando ha qualche dolore. In Europa quest'arte è andata purtroppo perduta dopo la seconda guerra mondiale. Mia madre si ricorda che quando era bambina nel suo villaggio c'era qualcuno che imponeva le mani agli abitanti quando erano malati. Ancora una volta, le donne sono un po' più avanti di noi nell'arte del contatto. Grazie al loro naturale istinto materno, sono in grado di toccare gli altri, ma anche se stesse, con amore e senza pensieri nascosti di carattere sessuale. Il contatto porta gioia e benessere sia a chi lo fa, sia a chi lo riceve.

L'attrazione sessuale è la cosa più naturale del mondo. Se la sessualità viene soffocata, può uscire fuori da un'altra parte, spesso non desiderata. Finora solo allievi maschi mi hanno chiesto cosa fare se si prova eccitazione sessuale durante un trattamento. Il metodo più semplice consiste nel pensare ad altro! Se l'eccitazione è così forte da rendere inutile questo metodo, inspira con il naso e immagina che l'energia scorra nel corpo attraverso il primo chakra. In questo modo, se il respiro viene mandato nell'addome, l'energia va nella direzione opposta, attraverso i chakra, dal primo al sesto fino al naso. Fuoriesce brevemente dal corpo per rientrare nuovamente nei canali energetici e scendere al primo chakra. L'energia fuoriesce di nuovo brevemente dal corpo e con la successiva respirazione si ripete il tutto. Esistono sostanzialmente solo due tipi di contatto, uno caldo e consapevole, e uno tiepido e inconsapevole. Quando ero un giovane insegnante di Reiki, dicevo ai miei allievi che potevano guardare la televisione mentre applicavano il trattamento a se stessi. Oggi vedo le cose un po' diversamente e spiego ad un allievo: durante un trattamento cerca di essere quanto più possibile in uno stato di concentrazione e di meditazione, senza irrigidirti, e dai al tuo paziente - o a te stesso, se stai trattando te stesso - tutto ciò che hai. Fai scorrere nel contatto tutto il tuo cuore, tutto il tuo essere, senza trattenerne la benché minima parte. Immagina che questo sia l'ultimo istante della tua vita. Un trattamento Reiki effettuato in questo modo è pura meditazione. Durante un trattamento, presta attenzione a tutto, sii aperto a tutto ciò che ricevono i tuoi sensi ma, se possibile, non lasciarti distrarre da essi. Sii l'attenzione personificata: registra ogni pensiero, ogni emozione, ogni ispirazione, anche se possono apparirti insensati. Osserva il tuo paziente, percepiscine il colorito, l'atteggiamento del corpo. Le membra sono distese in egual misura? La colonna vertebrale è diritta? C'è forse una vertebra fuori posto? Durante il trattamento il corpo si muove, sussulta, è caldo oppure freddo, tiepido o caldissimo?La respirazione è profonda, superficiale, regolare o irregolare? Dove avverti tensione, rilassamento, emotività o qualche altra cosa? Com'è l'espressione del volto, come risplende l'aura del tuo cliente? Memorizza tutte queste informazioni, elaborale e comunicale poi, se le ritieni importanti, al tuo paziente. Se non ti fidi della tua memoria, tieni pronti una matita e un blocco per appunti. Chiryo (trattamento) si basa dunque su Reiji (percezione dell'energia del Reiki) e Gassho (attitudine meditativa). Solo quando non siamo condizionati dai pensieri e dalle emozioni diventiamo strumenti dell 'energia vitale universale.

Di Frank A. Petter

Posta un commento

0 Commenti