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MALESSERE E PRESENZA MENTALE  (THICH NHAT HANH)

Carissimi lettori ed amici,

Oggi vi presento una visione dell’esperienza umana, la sofferenza, secondo una visione diversa, differente ma di grande aiuto per una comprensione di noi stessi. Anche se non potrebbe sembrare un lavoro di coaching in realtà valgono sempre le stesse considerazioni fatte per gli altri articoli. Questi articoli stimolano la comprensione di sé stessi, ad accettarsi, a cambiare dove si può e soprattutto ad amarsi. Come in ogni contesto di Life Coaching che stiamo esaminando, non ci sono che piccole spiegazioni e tante domande. Il trovare queste risposte è il nostro compito, scoprire noi stessi per poi migliorarci e amarci per quello che siamo è il fine ultimo.

Nel buddhismo la sofferenza viene chiamata malessere. Occorre riconoscere che è una cosa che esiste, è una verità riconosciuta da tutti, compreso il Buddha. Se non accettate questa verità, non siete un amico del Buddha. E se si accetta che esiste la prima nobile verità, allora si deve accettare che esista la seconda, perché il malessere ha le sue radici, le sue cause. Ecco perché si deve accettare anche la seconda nobile verità, la natura del malessere. 


Abbiamo vissuto in una certa maniera, abbiamo organizzato la società, la famiglia in maniera tale, che il malessere è diventato una realtà. Allora, quando si guarda in profondità il malessere, si vedono tutte le cause che hanno portato il malessere, cioè la natura del malessere, in termini di cultura, di società, di cibo, di educazione, di famiglia, di relazioni. Allora, quando si guarda, si comincia a vedere nella profondità le cause, le radici di questo malessere. 

Praticare la meditazione significa avere il tempo per poter guardare, guardare in profondità e l’energia che ci aiuta a guardare profondamente è l’energia della presenza mentale. 

L’energia della presenza mentale è la capacità di stabilirsi nel momento presente, corpo e respiro uniti, la capacità di riconoscere tutto ciò che accade nel momento presente. Per esempio, quando si beve una razza di tè, se mi stabilisco nel momento presente, avrò la consapevolezza, avrò la capacità di riconoscere che sono lì, sono lì perfettamente presente e sto per bere il tè. Quando si beve il tè e si sa che si sta per bere il tè, allora c’è la presenza mentale. Ma se si è assorbiti nei pensieri, se si pensa al passato o al futuro, non c’è presenza mentale. 


Ecco perché si può dire che la presenza mentale è l’energia che ci aiuta, ci permette di riconoscere ciò che accade nell'istante presente. Ciò che accade nell'istante presente è che sto per bere una tazza di tè, sto per fare un’inspirazione, la respirazione consapevole, la respirazione in presenza mentale. 

Quando cammino, se mi concentro sui passi, allora c’è la consapevolezza del camminare, di camminare in presenza mentale. 

Tutti possono generare l’energia della presenza mentale e quando c’è quella energia, siete davvero presenti, siete davvero vivi, siete nella condizione di toccare la vita in profondità. Ecco perché l’energia della presenza mentale è considerata come l’energia del Buddha, l’energia che ci permette di stabilirci nell'istante presente, per poter entrare in contatto con le meraviglie della vita che sono disponibili nel momento presente. Guardo il cielo azzurro e faccio un’inspirazione consapevole. Dico: “Inspiro e vedo il cielo azzurro”. In quel momento avete l’energia della presenza mentale che vi permette di esserci e di entrare in profondo contatto col cielo azzurro. E solo in quel momento esiste la vita. E la vera vita è possibile solo quando c’è l’energia della presenza mentale.  

Ad ogni respiro, ad ogni passo, potete generare l’energia della presenza mentale ed è con questa energia che potete anche guardare in profondità il vostro malessere.

Dedicato al beneficio di tutti gli esseri senzienti

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